"Passion Fruit"

Sandi Renko

Mostra d'arte

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Sulla mostra

"Può sembrare paradossale, e forse lo è, ma per entrare realmente nell’arte di Sandi Renko è indispensabile negare l’evidenza. Infatti, non può sfuggire fin dal primo sguardo e momento, la sua discendenza dall’arte analitica, in sintesi da un’arte legata alla razionalità e che aspira alla scientificità rappresentata dalla ricerca percettologica. Tuttavia, e qui sta il bello, non si può non ravvisare con la stessa chiarezza anche un altro elemento fondamentale che la anima, e cioè: la passione.
Se un compito dell’arte, della buona arte, è quello di sollevare questioni, di porre problemi, e non di fornire facili soluzioni, allora con le opere di Renko ci troviamo nella felice condizione di poter cogliere l’occasione. E quindi, sì, apprezziamone pure il rigore e la sistematicità, ma concediamoci anche il piacere di esserne sedotti se non travolti. Seguiamone le linee e le rigorose combinazioni geometriche, però cerchiamo di cogliere con il medesimo puntiglio il frutto degli anni dedicati dall’artista all’inesausto ricercare, variare, manipolare, trasformare; anni di abnegazione e soprattutto di fedele passione.
Potrebbe essere un buon modo per riappropriarsi della meraviglia."
Claudio A.  Barzaghi

 

La mostra dedicata a Sandi Renko verrà inaugurata a Barco Teatro venerdì 1 marzo alle ore 18.00 con una presentazione a cura del critico d'arte Claudio A. Barzaghi, in presenza dell'autore. 

E' gradita la prenotazione, con email all'indirizzo: biglietteria@barcoteatro.it

Sandi Renko
Di origini italo-slovene, Sandi Renko nasce a Trieste nel 1949.
Si diploma all’Istituto d’Arte Umberto Nordio, tra i suoi maestri Miela Reina, Enzo Cogno, Ugo Carà, Marcello Siard. Tramite loro inizia a frequentare il Centro Arte Viva che in quegli anni porta a Trieste le opere di Enzo Mari, Getulio Alviani, Bruno Munari e altri. Viene così attratto dall’area esperienziale dell’arte cinetica e programmata. È del 1969 la sua prima opera in canneté, supporto che determinerà lo sviluppo di un proprio linguaggio artistico focalizzato su geometria e tridimensionalità e sull’interazione tra osservatore e opera.

All’inizio degli anni Settanta si trasferisce a Padova e apre uno studio di design, comunicazione visiva e art direction. Lavora per aziende leader progettando mobili, sistemi d’arredo e illuminazione. Stimolato dal contesto artistico e intellettuale padovano che ancora echeggia delle esperienze del Gruppo N, inizia a partecipare a collettive, happenings ed eventi estemporanei, consolidando la sua affinità con l’arte concreta.
Applica il rigore progettuale del designer anche all’arte visiva e intraprende un percorso sempre lineare e coerente declinato su una tecnica personale.

Dal Duemila, incoraggiato anche da Alberto Biasi, intensifica l’attività artistica sperimentando nuovi colori e materiali. Si cimenta in progetti sinestetici realizzando opere multisensoriali sonorizzate dai compositori Filippo Perocco, Paola Samoggia e Nicola Sanguin. Espone con continuità in mostre personali e collettive in Italia, Slovenia, Austria, Croazia, Germania, Francia, Svizzera e a New York. Sue opere sono presenti nelle principali fiere italiane d’arte contemporanea.
Una rassegna esaustiva della sua produzione a partire dal 1966 viene allestita nel 2015 al Padiglione delle Arti di Marcon, Venezia. In seguito Renko espone a fianco dei rappresentanti storici dell’arte programmata e cinetica, Cruz-Diez, Le Parc, Tornquist, in occasione dell’esposizione The Sharper Perception. Kinetic Art, Optical and beyond tenutasi a New York nel 2016, e l’anno successivo è presente alla mostra Biasi, Campesan, Munari e altri amici di Verifica 8+1, nel contesto della 57° Biennale di Venezia.
Nel 2021 una sua opera viene selezionata ed esposta alla Biennale 2021 Origins in Geometry del Museum of Geometric and MADI Art di Dallas, Texas, USA.

Dal 2019 ha trasferito il suo studio da Padova a Trieste.

www.renko.it